CASTIGLIONE DELLE STIVIERE – L’innovativa disposizione contenuta nella legge 81 del 30 maggio 2014 e nei successivi interventi legislativi ha ridisciplinato la gestione della malattia mentale nell’ambito dei percorsi penali, individuando principi di priorità dell’esigenza della cura sanitaria, di rispetto del criterio dell’appartenenza al territorio che prenderà in carico la persona e di residualità della misura della Rems. Questo il tema del convegno che si è svolto il 29 ottobre alle Rems di Castiglione delle Stiviere, mettendo in campo un confronto fra il modello di cura di pazienti psichiatrici autori di reato della struttura di Asst, il modello Alto Atesino e quello tedesco.
“Dopo la visita dei colleghi inglesi nel 2024 – ha commentato il direttore delle Rems di Castiglione Alessia Cicolini – quest’anno abbiamo avuto la richiesta di visita degli psichiatri forensi tedeschi provenienti da Brema, Berlino e Monaco di Baviera e due giuristi di Colonia e Darmardt, tutti i facenti parte della rivista scientifica ‘Recht & Psychiatrie’ (diritto e psichiatria). Siamo onorati di questi confronti internazionali, che arricchiscono culturalmente il personale della Rems di Castiglione e propongono uno scambio di conoscenze fra i diversi sistemi forensi delle diverse nazioni. Siamo ad oggi il sistema forense più grande in Italia, abbiamo intrapreso anche collaborazioni per ricerche internazionali. Ci proponiamo quindi di far conoscere il nostro modello organizzativo e di attuare continui confronti e ricerche per migliorarci”.
L’evento si è aperto con i saluti istituzionali del direttore generale di Asst Mantova Anna Gerola, del direttore amministrativo di Ats della Val Padana Gianluca Bracchi, del camandante della compagnia dei carabinieri di Castiglione capitano Giuseppe Calì. Il direttore delle Rems di Castiglione Alessia Cicolini ha illustrato il modello castiglionese, parlando del passaggio dall’ospedale psichiatrico giudiziario alle residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza, mentre il dirigente Dapss delle Rems Luca Alberti ha affrontato gli aspetti legati al management delle professioni sanitarie.
Il modello fa leva, in particolare, sull’approccio multidisciplinare, sulla rete che si instaura con la comunità locale, su una gestione squisitamente sanitaria con l’obiettivo di reinserire i pazienti nella società al termine del loro percorso in Rems.
Sono poi intervenuti: Simone Giacco, referente psicologi; Elena Bergamin, coordinatrice Area Riabilitativa; Giulia di Monaco, assistente sociale; Anna Bellotti, infermiera. Gli operatori si sono soffermati rispettivamente sul ruolo dello psicologo, sul trattamento riabilitativo, sul servizio sociale forense, sulle competenze infermieristiche. Questa prima parte del seminario è stata moderata da Antonio Vita, professore ordinario di Psichiatria Università di Brescia e Direttore del Dipartimento di salute mentale e dipendenze di Asst Spedali Civili, nonché Giovanni Migliarese, direttore della struttura complessa di Psichiatria Lomellina ASST Pavia, presidente SIP Lombardia.
Nella seconda parte del convegno, Edi Darugna e Livia Sanna – rispettivamente assistente sociale e psichiatria dell’equipe forense dell’Azienda Sanitaria dell’Alto Adige – hanno illustrato come lavora l’equipe di psichiatria forense nella realtà altoatesina. A seguire uno sguardo al sistema forense tedesco a cura di Simone Sivo, psichiatra della clinica di psichiatria forense dell’alta Baviera e Martin Zinkler, direttore della clinica psichiatrica di Brema e referente ONU per i trattamenti coercitivi in psichiatria.
A moderare la seconda parte, Andrea Pinotti, direttore del Dipartimento di salute mentale e dipendenze di ASST di Mantova e Maurizio Galavotti, ex direttore socio sanitario della ASST di Mantova. L’evento è proseguito con una visita dei partecipanti alle Rems, con i laboratori a cui partecipano i pazienti per l’attività riabilitativa. Ha concluso la giornata di studio il direttore socio sanitario di Asst Mantova Angela Bellani.

