GOITO – C’è una nuova data per la fine dei lavori alla scuola elementare: il prossimo mese di marzo, ovvero tra un mese e mezzo circa. La comunicazione è stata fornita lunedì scorso dall’impresa che sta eseguendo i lavori, nel corso di un incontro che si è svolto con il consiglio d’istituto e il Comune, per l’occasione rappresentato da sindaco e vicesindaco, ovvero Pietro Chiaventi e Paolo Boccola, e la responsabile dell’ufficio tecnico, cioè l’architetto Lara Previdi.
L’incontro segue un periodo nel quale si sono registrate diverse polemiche sull’andamento dei lavori alla scuola elementare, che stanno procedendo sì ma piuttosto a rilento. Tanto che l’amministrazione comunale, ancora alcune settimane fa, ha fatto pervenire all’impresa un sollecito affinché proceda con l’intervento in modo più spedito in modo da concludere l’intervento quanto prima.
«L’impresa ha comunicato che i lavori termineranno entro il mese di marzo – sono le parole di Chiaventi -. Dal canto nostro ci atteniamo a quanto dice l’impresa e ci affidiamo a loro, e stiamo mettendo l’impresa nelle condizioni migliori possibili affinché svolga gli interventi senza ulteriori indugi. Vediamo quel che succederà nel corso delle prossime settimane: di certo il Comune di Goito, come qualunque altro ente locale o amministrazione, può sostituirsi all’impresa o ai lavoratori edili che concretamente operano sul cantiere».
Nel caso in cui i lavori si concludano effettivamente per marzo, l’ente locale conta di far finire l’anno scolastico agli alunni negli attuali moduli provvisori e procedere con il trasloco e l’allestimento durante le vacanze estive.
Resta però il fatto che al momento, anche ad un occhio non esperto, il cantiere appare ancora piuttosto in alto mare: completamente circondato dai ponteggi, con strumenti vari negli spazi interni, con le facciate ancora da completare, senza alcun infisso – e considerati le dimensioni della scuola, il numero delle finestre e il numero delle porte da installare, è prevedibile che solo questo intervento possa richiedere più di una manciata di giorni. Chi vivrà vedrà, verrebbe da dire.