ALTO MANTOVANO – “Oggi l’agricoltura muove un interesse economico per l’Italia di 580 miliardi, è uno dei primi settori in termini di Pil con 4milioni di occupati, 60 miliardi di euro di esportazione e tutto parte dall’acqua. Dobbiamo investire sulle infrastrutture e sui bacini di accumulo, un’istanza che era nata alcuni anni fa e che non fu purtroppo ascoltata, per i soliti ‘comitati del No’ che hanno portato nel frattempo ad avere per assenza di manutenzione una diminuita capacità di accumulo”.
Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, da Mantova spinge per una gestione dell’acqua che parta dalla realizzazione delle infrastrutture necessarie. “Sul Lago d’Idro aspettiamo l’intervento sulla cosiddetta Galleria degli Agricoltori e da più di 20 anni non vediamo la realizzazione dell’opera – attacca -. Eppure, con una simile opera potremmo avere quasi il 50% di acqua in più che metterebbe al riparo dalla siccità migliaia di ettari”.
Le infrastrutture irrigue potrebbero, inoltre, “portare l’acqua dove non c’è – spiega Prandini -. I bacini di accumulo non sono solo da intendersi come difesa dalla siccità, ma servono anche per generare valore economico nella filiera agroalimentare, tenuto conto che l’acqua crea valore aggiunto e lo vediamo bene in Lombardia, dove sul 30% della superficie agricola lombarda produciamo l’80% del valore aggiunto dell’agricoltura regionale”.
Bene, in chiave di interventi, la nomina di un commissario straordinario “per snellire le procedure, ma allo stesso tempo dobbiamo introdurre innovazioni nelle sementi tramite Tea, cisgenetica, Nbt e in questa direzione l’Europa deve uscire dalla logica del no e prendere decisioni rapidamente”.
La sfida è quella di stoccare più acqua sui territori. “Oggi solo l’11% dell’acqua piovana in Italia viene trattenuta, contro il 28% in Spagna e il 37% in Francia – annota Prandini -. Dobbiamo fare di più per non perdere competitività in chiave di costi di produzione e di potenzialità nelle esportazioni”.
L’agricoltura deve essere difesa, anche in termini di costi. “C’è chi pensa che gli agricoltori dovrebbero pagare di più l’acqua – dice il presidente di Coldiretti -. Sarebbe sbagliato, perché avremmo un innalzamento dei costi dei prodotti agricoli, col rischio di pesare sul prezzo finale e impoverire i nuclei familiari più deboli. Inoltre, avremmo il rischio di essere messi fuori mercato a livello internazionale. Dobbiamo invece fare innovazione, formazione e spingere sulle infrastrutture materiali e immateriali”.