MANTOVA – “Mentre il settore primario si trova a fronteggiare diverse emergenze territoriali, dalla presenza della Peste suina africana al problema degli indennizzi per gli eventi calamitosi del 2023, è comunque fondamentale monitorare le tendenze di medio e lungo periodo in atto a livello europeo per quanto riguarda il futuro delle aree rurali, così da non perdere di vista il quadro delle esigenze dell’agricoltura e dei territori”.
Così Marco Speziali, presidente di Confai Mantova, si è inserito nel dibattito in corso da alcune settimane in ambito comunitario circa la necessità di ridisegnare le politiche pubbliche territoriali con una maggiore attenzione per le aree rurali, culminato ieri nella consegna alla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, della relazione finale del dialogo strategico sul futuro dell’agricoltura dell’Ue.
Sono cinque i pilastri contenuti nella relazione del professor Peter Strohschneider, presidente del Gruppo per il dialogo strategico sul futuro dell’agricoltura dell’Ue: lavorare insieme per un futuro sostenibile, resiliente e competitivo (adeguando la Pac e rafforzando la posizione degli agricoltori nella catena del valore alimentare); progredire verso sistemi agroalimentari sostenibili, attraverso il sostegno e la promozione di pratiche agricole sostenibili, anche per quanto riguarda l’allevamento; promuovere la resilienza trasformativa di fronte ai crescenti rischi ambientali, climatici, geopolitici ed economici, anche sostenendo un’agricoltura resiliente alle risorse idriche e sviluppando approcci innovativi in materia di selezione vegetale; costruire un settore attraente e diversificato, così da favorire ricambio generazionale e parità di genere nonché zone rurali e sistemi agroalimentari dinamici; migliorare l’accesso alla conoscenza e all’innovazione e il loro utilizzo, agevolando l’accesso alle conoscenze e alle competenze.
“Il dibattito comunitario attualmente in atto – sottolinea il direttore di Confai Mantova, Stefano Bonisoli -, benché ancora piuttosto teorico, ha senz’altro il merito di sottolineare l’importanza dell’impatto di aree rurali vitali sul benessere generale della popolazione e sullo stato di salute dell’ambiente. In questa prospettiva, il Patto rurale a lungo termine che prospetta l’Unione europea non potrà prescindere da un’attenzione più puntuale delle istituzioni verso le aziende agricole e agromeccaniche ad alta professionalità, che si stanno facendo carico degli enormi investimenti richiesti dai processi di innovazione in agricoltura”.