PORTO MANTOVANO / SUZZARA – Ieri mattina il centro di Porto Mantovano e di Suzzara si sono svegliati con un segno tangibile di impegno e vicinanza: l’allestimento del gazebo della legalità da parte dell’Arma dei Carabinieri. Una presenza forte, simbolica, ma soprattutto concreta, che ha trasformato le piazze centrali dei due grossi comuni in un punto d’incontro, di dialogo e di ascolto, ponendo al centro la prevenzione e la lotta alla violenza di genere.
Fin dalle prime ore del mattino, il gazebo è stato circondato da un via vai discreto ma significativo di donne che, con passo curioso o con la consapevolezza di un gesto importante, si sono avvicinate ai militari. Tutto si è svolto con un’atmosfera di grande umanità: sorrisi, parole misurate, mani che si stringevano, brochure consegnate con attenzione, sguardi che comunicavano gratitudine e fiducia. Era chiaro che l’iniziativa non fosse solo informativa, ma profondamente umana. Una presenza che voleva dire: “Noi ci siamo, anche quando non si vede.”
Il “Violenzometro”, esposto al centro del gazebo, è diventato il punto di partenza di molte conversazioni. Le donne si sono fermate a leggere, ad analizzare i vari livelli di comportamenti potenzialmente violenti, spesso riconoscendo segnali che fino a quel momento avevano ignorato o ritenuto “normali”. I Carabinieri presenti nei gazebo hanno spiegato l’importanza di saper riconoscere anche le forme più sottili di violenza, quelle psicologiche, economiche, emotive, che spesso precedono episodi più gravi. Si soffermavano sui dettagli, offrendo non solo informazioni ma strumenti, possibilità, una comprensione più profonda di ciò che significa davvero violenza di genere.
L’Arma dei Carabinieri, attraverso questa iniziativa, ha mostrato concretamente cosa significa prossimità: non un concetto astratto, ma la capacità di essere fisicamente presenti nel luogo dove le persone vivono, lavorano, si muovono. Prossimità come ascolto, come protezione, come presenza costante. Una forma di sicurezza che non si limita alla repressione, ma abbraccia la prevenzione, la sensibilizzazione, la formazione sociale.
Essere tra la gente, “dentro” la comunità, permette di intercettare segnali, rispondere a domande, accogliere confidenze che spesso non arriverebbero mai nelle aule di un tribunale o negli uffici di una caserma.
I gazebo, in questa giornata simbolica del 25 novembre, sono stati un piccolo ma potente presidio contro il silenzio. Tante donne hanno colto l’occasione per raccontarsi, altre per chiedere consigli, altre ancora semplicemente per ringraziare. Alcune si sono avvicinate con timidezza, altre con un passo più deciso, ma tutte hanno trovato uno spazio sicuro, un luogo dove informarsi senza sentirsi giudicate, un luogo in cui la loro voce ha trovato un ascolto immediato. I Carabinieri hanno risposto con professionalità ed umanità, unendo la competenza operativa alla capacità di accogliere i vissuti emotivi delle persone.
L’iniziativa ha ricordato con forza che la lotta alla violenza di genere non può essere affrontata a distanza. Richiede una presenza sul territorio, costante e visibile. Richiede che le istituzioni si facciano riconoscere come punti di riferimento accessibili, affidabili.
L’Arma dei Carabinieri ha mostrato questo impegno da tempo: dalle “stanze protette” presenti in molte caserme, pensate per permettere alle vittime di denunciare in un ambiente più umano e riservato, alle campagne di sensibilizzazione, ai percorsi formativi che coinvolgono scuole e famiglie.
Il senso più profondo della giornata di oggi era proprio questo: ricordare che il 25 novembre non è solo una data sul calendario, ma un richiamo internazionale a non girare lo sguardo dall’altra parte. A nome di una ricorrenza mondiale, i gazebo allestiti a Porto Mantovano e Suzzara hanno dato forma concreta a questo richiamo, trasformando una piazza in un luogo di coraggio, di consapevolezza e di possibilità.
Ogni donna che si è avvicinata ha compiuto un piccolo passo verso una maggiore conoscenza di sé, dei propri diritti, dei segnali da non ignorare.
A fine mattinata, mentre il flusso delle persone diminuiva, restava nell’aria un senso di compiutezza. L’iniziativa aveva lasciato un segno, non soltanto visibile nelle brochure distribuite, ma soprattutto nella consapevolezza diffusa che nessuna donna è sola.
Che la violenza può essere riconosciuta, affrontata, sradicata, quando la comunità e le istituzioni lavorano insieme. Oggi Porto Mantovano e Suzzara, due comuni presi come esempio nella provincia, hanno visto un esempio concreto di questa collaborazione: una piazza che per qualche ora è diventata un presidio di legalità, un luogo di incontro e un messaggio chiaro a tutta la cittadinanza.
E il messaggio, in questa giornata internazionale così significativa, è più forte che mai: la violenza di genere si combatte insieme, giorno dopo giorno, mano nella mano con chi è disposto a esserci davvero.
L’Arma dei Carabinieri, oggi, lo ha dimostrato ancora una volta. Il Prefetto della provincia di Mantova, dott. Roberto Bolognesi, particolarmente attento alla problematica, ha visitato il gazebo allestito dai Carabinieri a Porto Mantovano. Il Prefetto, accolto anche dal Sindaco e da alcuni amministratori locali, si è soffermato a dialogare con i Carabinieri della locale Stazione, complimentandosi per il diuturno lavoro che svolgono per la comunità, e ringraziandoli per la particolare attenzione avuta per la giornata odierna.
Anche la caserma sede del Comando Provinciale Carabinieri di Via Chiassi, per la giornata odierna, è stata illuminata di arancione, il colore che distingue la lotta contro la violenza di genere.

