ROMA – L’incontro saltato sulla legge di bilancio tra Giorgia Meloni e i sindacati trasforma il Paese in un ring. La polemica parte dalla manovra, plana sui diritti sindacali, precipita a picco sulle trite accuse reciproche ‘sinistra radical chic’/’destra fascista’. Dopo lo scontro con Maurizio Landini, volano gli stracci tra la presidente del Consiglio ed Elly Schlein: “Questo governo difende i lavoratori molto meglio della sinistra al caviale”, chiosa la premier. “Mai mangiato caviale, ma nemmeno posso sopportare che i lavoratori vengano purgati con olio di ricino“, ribatte la segretaria dem dalla manifestazione dei sindacati del trasporto pubblico locale, davanti al ministero dei Trasporti a Roma.
Il riferimento è a un sms che Meloni invia a Marco Osnato e che il deputato di FdI legge in diretta al programma di Radio 1 ‘Un giorno da pecora’: “Sto male, ma non avendo particolari diritti sindacali sono al Consiglio europeo a fare il mio lavoro”. Schlein lamenta un “clima di scontro e delegittimazione dei sindacati inaccettabile“.
Le tensioni iniziano ancora prima, quando Cgil e Uil proclamano uno sciopero generale, per il 29 novembre, contro la legge di bilancio, considerata “del tutto inadeguata” a rispondere alle esigenze del Paese. Il confronto a Palazzo Chigi con le parti sociali del 5 novembre viene posticipato, per un’influenza di Meloni, a lunedì 11 novembre, giorno in cui scadranno i termini di presentazione degli emendamenti alla manovra. La premier però, nello stesso giorno, riceve il segretario della Nato Mark Rutte e due giorni dopo parte per Budapest. Da Milano, Landini evoca la “rivolta sociale” contro questa manovra. Parole che innescano lo scontro con l’intera maggioranza. E che oggi il segretario della Cgil non rimangia, anzi rilancia con forza: “Ce n’è assolutamente bisogno perché è in discussione la libertà di esistere delle persone”, sostiene. Di più: “Aggiungo che ci siamo rotti anche le scatole, perché non è più accettabile che quelli che tengono in piedi questo Paese siano quelli che non sono ascoltati e che non vengono adeguatamente rappresentati”, tuona. Sui diritti sindacali dà alla premier della “bulla” e le consiglia di “pensare” prima di parlare, perché “messa in questi termini è un attacco a chi quei diritti lì ogni giorno li vede messi in discussione o addirittura non ce li ha perché è precario”.
“Meloni ha chiesto la tessera della Uil?” scherzano in piazza i giornalisti con PierPaolo Bombardieri: “Non credo, probabilmente la potrebbe chiedere a qualcun altro“, risponde il segretario, con una stoccata diretta probabilmente alla Cisl, che non parteciperà allo sciopero del 29 novembre. “Non penso che la chiederà a noi – insiste -, però insomma noi non facciamo distinzioni, se la chiede valuteremo”.