MILANO – I leader europei sostengono “con forza” la posizione di Trump sul cessate il fuoco in Ucraina, ma senza cambio dei confini. “L’attuale linea di contatto deve essere il punto di partenza dei negoziati”, scrivono in una dichiarazione congiunta il presidente ucraino Volodomyr Zelensky, la premier italiana Giorgia Meloni, il primo ministro inglese Keir Starmer, il cancelliere tedesco Friedrich Merz, il presidente francese Emmanuel Macron, il premier polacco Donald Tusk, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa, il primo ministro norvegese Jonas Gahr Støre, il presidente finlandese Alexander Stubb e la ministra di Stato danese Mette Frederiksen.
Domani, alla vigilia del Consiglio europeo, Meloni sarà in Parlamento per le Comunicazioni, alle 9.30 in Senato e alle 16.15 alla Camera. Gli europei si dicono “uniti nel desiderio di una pace giusta e duratura” e ribadiscono: “I confini internazionali non devono essere modificati con la forza”. I leader puntano il dito contro le tattiche “dilatorie” della Russia e accusano: “È sotto gli occhi di tutti che Putin continua a scegliere la violenza e la distruzione”. Decidono quindi di dover aumentare la pressione sull’economia russa e sulla sua industria della difesa, “fino a quando Putin non sarà pronto a fare la pace”. Allo studio ci sono misure per utilizzare appieno il valore degli asset russi immobilizzati, che saranno discusse in occasione del Consiglio europeo e nella Coalizione dei volenterosi.
Intanto, si allontana la prospettiva del vertice Trump-Putin a Budapest, per ritrosia di entrambe le parti. Mosca rifiuta il cessate il fuoco immediato e secondo alcuni diplomatici citati da Reuters, i preparativi per il vertice tra i due leader sono a uno stallo: le parti hanno rinviato anche l’incontro preparatorio tra il Segretario di Stato americano Marco Rubio e il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, previsto per giovedì. I due si sono sentiti telefonicamente lunedì e secondo il vice di Lavrov, Sergei Ryabkov, sarebbe prematuro parlare della tempistica di un eventuale incontro faccia a faccia. Il rinvio dell’incontro Rubio-Lavrov potrebbe essere il segnale che anche gli americani sarebbero riluttanti a procedere con un vertice Trump-Putin a meno che Mosca non ceda alle richieste degli Stati Uniti. “Immagino che i russi volessero troppo ed è diventato evidente per gli americani che non ci sarà alcun accordo per Trump a Budapest“, riferisce una fonte a Reuters.
Eventuali concessioni territoriali in Ucraina “non possono essere negoziate” se non dal suo presidente, ribadisce da Lubiana Emmanuel Macron. “Nessun altro può farlo e quindi spetta all’Ucraina decidere per sé stessa e per il proprio territorio e agli europei decidere per sé stessi e per la propria sicurezza”, afferma il capo di Stato francese. Ieri, il capo della politica estera europea, Kaja Kallas, ha dichiarato che c’è un “ampio sostegno” all’interno dell’Unione europea alla proposta di mobilitare questi beni russi congelati, per concedere a Kiev un prestito di 140 miliardi di euro.
