L’amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares, ha rassegnato le sue dimissioni con effetto immediato, accettate dal Consiglio di Amministrazione, riunitosi domenica sotto la presidenza di John Elkann. Ad annunciarlo è il Gruppo stesso, spiegando che il processo per la nomina di un nuovo ceo permanente è già in corso, gestito da un Comitato Speciale del Consiglio, e si concluderà entro la prima metà del 2025. Nel frattempo, sarà istituito un nuovo Comitato Esecutivo presieduto da John Elkann. Stellantis conferma la guidance presentata alla comunità finanziaria il 31 ottobre 2024 in relazione ai risultati dell’intero anno 2024.
La notizia arriva domenica sera con una nota nella quale il Senior Independent Director di Stellantis, Henri de Castries, parla di “vedute differenti” emerse nelle ultime settimane. Mentre il presidente John Elkann esprime la sua gratitudine a Tavares per “il suo impegno costante in questi anni e per il ruolo che ha svolto nella creazione di Stellantis, in aggiunta ai precedenti rilanci di PSA e di Opel, dando avvio al nostro percorso per diventare un leader globale nel settore”. L’addio di Tavares era comunque previsto a fine 2025, ma è stato anticipato di oltre un anno.
E, per una volta, la reazione è unanime. Dai sindacati a tutto l’arco politico, si festeggia l’addio di Tavares ma si chiede che ora il presidente Elkann si presenti immediatamente in Parlamento. I sindacati chiedono un cambio di passo e Rocco Palombella, segretario generale Uilm, fa appello all’arrivo di un nuovo management “che dia discontinuità rispetto al passato sugli impegni occupazionali, produttivi e industriali“. Stessa posizione per la Fiom che vuole “un piano industriale e occupazionale subito“. Dal mondo della politica il primo a commentare è il leader di Azione, Carlo Calenda, che spiega come “non rimpiangeremo Tavares”, ma ritiene ora “ancora più urgente riconvocare John Elkann in Parlamento”. La stessa posizione la esprimono Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni di Avs, così come Antonio Misiani del Pd. Ma anche Giuseppe Conte del M5S e Tommaso Foti di Fdi pretendono una convocazione immediata del presidente del Gruppo.