Dalle reti elettriche alle comunità energetiche passando per la tassa tedesca sul gas e il confronto sul Green deal. Sono questi alcuni dei temi nell’agenda del Consiglio Energia dell’Unione europea di oggi, a Bruxelles. In primo luogo, i Ventisette ministri dovrebbero approvare le conclusioni sull’infrastruttura delle reti elettriche sostenibili. “Pensiamo di aver ottenuto un testo bilanciato che verrà approvato dai Paesi membri”, ha affermato un diplomatico Ue. “Nelle conclusioni ci sono 4 temi principali: la necessità di avere reti dell’energia elettrica completamente integrate, interconnesse e sincronizzate e come ottenerle, il secondo riguarda il gap tra gli investimenti necessari e la realtà dei fondi disponibili, il terzo tema è la resilienza delle reti, il quarto è come velocizzare la loro realizzazione”, ha precisato. “Come sempre per le conclusioni, non tutti sono contenti rispetto alla versione finale che arriva sul tavolo. Ma abbiamo l’impressione di avere un testo equilibrato e non intendiamo riaprirlo. Vedremo cosa avverrà al Consiglio, ma è stato fatto molto lavoro e ogni punto è stato tenuto in considerazione”, ha evidenziato.
Dopo il confronto sul futuro di RePowerEu, i ministri discuteranno, durante il pranzo, del ruolo delle comunità energetiche e della partecipazione dei cittadini nella transizione. “Il successo della transizione non è solo una questione di avanzamento tecnologico, ma anche di coinvolgimento attivo dei cittadini e delle comunità”, ha ricordato il diplomatico. “Da un certo numero di anni abbiamo visto come le comunità energetiche, i gruppi di cittadini che si impegnano collettivamente nella produzione, distribuzione e consumo, siano nella prima linea di questa trasformazione. E in pochi anni abbiamo visto come le comunità locali siano importanti per generare e condividere elettricità. Lo sviluppo di queste iniziative locali, però, non è così popolare e diffuso come dovrebbe essere, per via di varie barriere, anche finanziarie e amministrative. L’idea è quella di avere uno scambio di vedute tra i ministri sulle esperienze nazionali, su come aumentare questi strumenti per fare di più nella transizione energetica e anche su come cooperare per sostenere meglio queste iniziative”, ha spiegato il diplomatico.
I ministri saranno poi chiamati a confrontarsi sul Green deal. “Come sapete, abbiamo posto target importanti, il 55% di riduzione delle emissioni per il 2030, e quindi i ministri sono invitati a esprimere le loro opinioni su come l’attuazione dei target energetici possa essere accelerata e su quali elementi ulteriori a livello amministrativo possano essere necessari”, ha spiegato la fonte Ue. Tra i punti senza dibattito, i ministri dell’Energia dovrebbero adottare formalmente la decisione sul ritiro dell’Ue e dell’Euratom dal trattato sulla Carta dell’energia, unitamente alla decisione sulla posizione da adottare a nome dell’Ue e dell’Euratom alla prossima Conferenza della Carta dell’energia. Tanti poi i punti del capitolo ‘Varie’ dell’agenda. Ci sarà un punto sui Piani nazionali clima ed energia, che dovranno essere inviati entro il 30 giugno prossimo. “La Commissione userà la riunione del Consiglio per vedere se servano ulteriori azioni da parte dei Paesi membri”, ha specificato il diplomatico. Un altro tema sarà la preparazione alla stagione invernale 2024-2025 – “la Commissione darà un aggiornamento, sembra che continui ad essere sulla buona strada nella preparazione per il prossimo inverno” – e ci sarà un punto informativo della Commissione sulla velocizzazione della procedura dei meccanismi di capacità (entro l’anno la Commissione dovrebbe presentare un rapporto con eventuali proposte). Ci sarà un punto di Francia, Germania e Olanda sulla prevenzione delle frodi sul biofuel; un punto della Polonia sulla produzione dell’idrogeno e un capitolo per la presentazione del programma di lavoro della presidenza ungherese del Consiglio dell’Ue che inizierà il primo luglio.
In questa parte di agenda, ci sarà anche un punto proposto dall’Austria, sostenuto anche da Ungheria, Slovacchia, Repubblica Ceca, sull’imposta tedesca sul gas. Nello specifico si tratta di uno scambio informativo sulla situazione che riguarda l’imposta che Berlino ha messo al gas in uscita, suscitando le critiche dei Paesi e di Bruxelles che temono ripercussioni sull’integrità del mercato interno e sulla sicurezza degli approvvigionamenti. “Sarà un momento in cui i ministri potranno esprimere le loro preoccupazioni. Da parte di questi Paesi sono molto forti perché l’imposta è aumentata. Mi aspetto che i Paesi preoccupati esprimano i propri problemi e così farà la Commissione. E ascolteremo anche il ministro tedesco spiegherà la situazione”, ha precisato un diplomatico dell’Ue.