Tensioni in strada a Bruxelles durante le manifestazioni degli agricoltori in concomitanza con l’Agrifish. I trattori hanno cercato di forzare un posto di blocco nei pressi delle Istituzioni europee, dando fuoco ad alcuni pneumatici ammassati in strada e provocando un fumo denso in tutta l’area. Gli agenti, in tenuta antisommossa, sono intervenuti con gli idranti. la tenzione è salita via via con lancio di uova contro la polizia che ha risposto sparando lacrimogeni. “I trattori stanno attualmente bloccando la rotatoria A201, creando congestione del traffico intorno e verso l’aeroporto. Consigliamo ai nostri passeggeri di viaggiare in treno da e per l’aeroporto”: è stato il messaggio fissato sui canali social della società che gestisce l’aeroporto di Bruxelles Zaventem a riprova che la protesta è a tenaglia anche se poco dopo gli accessi allo scalo di Bruxelles sono stati riaperti.
Anche Coldiretti è in piazza, nel giorno dell’Agrifish. Tra le richieste all’Unione europea, una semplificazione della Pac sin da subito, un aumento del il tetto degli aiuti di Stato, l’autorizzazione a una moratoria dei debiti delle imprese agricole e la rimozione dei vincoli ambientali che diminuiscono la produzione di cibo in Europa e favoriscono le importazioni da altri continenti. “Non è questa l’Europa che vogliamo“, si legge sui cartelli davanti alle istituzioni europee.
Coldiretti prevede la presenza di 3mila agricoltori. La manifestazione, partita dalla Stazione Luxembourg, ha raggiunto Rue de la Loi, nei pressi della Commissione e del Consiglio europei. In strada anche le associazioni di categoria provenienti da diverse parti dell’Unione Europea, tra cui la Spagna (Asaja), il Portogallo (Cap), il Belgio (Fwa), che si uniscono alla Coldiretti per trasformare le proteste in proposte concrete.
“Questa Pac non ci è mai piaciuta. L’unico aspetto positivo che eravamo riusciti a modificare all’inizio, era quella che parlava di una convergenza in termini di valori per tutti gli Stati membri, ed eravamo riusciti a difenderla per quanto riguardava una convergenza interna per singoli Stati, che sono dei tecnicismi, che però hanno una ricaduta significativa in termine di valore economico”, commenta il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, in un punto stampa di fronte al Parlamento europeo. “Detto tutto questo – scandisce – è una politica agricola comune piena di cavilli e di burocrazia, piena di vincoli per le imprese agricole che in tanti casi, soprattutto nei confronti delle piccole e medie imprese, non riescono ad avere attuazione rispetto a quello che è un utilizzo delle risorse per come storicamente era stata pensata nella politica agricola comune”.
Da parte della Commissione europea “c’è stata un’apertura in termini di proposte che la Commissione ha avanzato, ma abbiamo la necessità di avere la certezza dei tempi rispetto all’attuazione degli stessi regolamenti modificati, in termini di semplificazione, di risorse economiche stanziate e nel senso di andare oltre quello che è il limite degli aiuti di Stato che fino a oggi abbiamo avuto, per poter intervenire nei confronti anche di tutte quelle filiere produttive che oggi hanno forti criticità”, aggiunge Prandini. “Le stesse regole che vengono imposte alle imprese agricole italiane e europee – ribadisce – devono essere le stesse regole che vengono adottate nel momento in cui importiamo prodotti provenienti da altri continenti, che fino ad oggi hanno creato un meccanismo di concorrenza sleale, che vengono venduti a un prezzo più basso, ma dove vengono utilizzati dei prodotti che, nel continente europeo, e in particolar modo in Italia, che è il Paese più attento a livello globale su ciò che viene fatto sulla prassi produttiva in agricoltura, rischia di essere fortemente penalizzata perché questi prodotti hanno costi e impatti decisamente più alti”.