MANTOVA – Un percorso diagnostico terapeutico assistenziale per comportamenti disfunzionali riguardanti l’uso di internet e i dispositivi multimediali. Lo hanno attivato le strutture complesse Dipendenze Patologiche (SerD) e Consultori Familiari, insieme alla Salute Mentale Adulti e la Neuropsichiatria Infantile in risposta a un disagio sempre più diffuso nella popolazione. Se ne parlerà in occasione di un convegno in programma il 15 dicembre, a partire dalle 9, all’auditorium cooperativa Speranza di Mantova. Si affronteranno i temi della diagnosi, cura e riabilitazione, oltre alla prevenzione e al trattamento di questa psicopatologia. Il programma è pubblicato sul sito www.asst-mantova.it, sezione eventi. Gli obiettivi del percorso dedicato a questi disturbi sono molteplici: facilitare l’accesso diretto alle cure, assicurare un adeguato approccio multidisciplinare, con trattamenti e prassi basati sulle evidenze scientifiche, garantendo l’integrazione con le reti territoriali. Destinatari i minori o gli adulti e i loro familiari o persone di riferimento. Tutto il percorso diagnostico-terapeutico è gratuito, sia per i pazienti che per i loro familiari e ad accesso diretto. L’utilizzo problematico di Internet viene definito come un uso eccessivo della rete che genera problemi nella vita personale relativamente agli ambiti psicologico, sociale, scolastico, lavorativo. In particolare, il comportamento è associato a grave deterioramento nel funzionamento globale o disagio, con caratteristiche di dipendenza, impulsività, compulsione. Può comprendere varie attività online quali videogiochi, gioco d’azzardo, shopping, cybersex, pornografia, dipendenza da social media, servizi di streaming e smartphone, cyberchondria, accumulo di materiale digitale, cyberstalking. Occorre personale specializzato per differenziare quello che fa parte della “nuova normalità”, fatta di interazione quotidiana con le tecnologie e i quadri problematici che si accompagnano a modificazioni dell’umore, a fenomeni di tolleranza, astinenza, conflitto e rischio di ricadute. In questi casi, l’utilizzo massiccio dei device e di Internet rappresenta per l’individuo portatore di disagio una sorta di automedicazione contro vissuti emotivi negativi, un contenitore per alleviare la solitudine, l’ansia e la depressione. Il 15 per cento degli adulti ed il 25 per cento degli adolescenti ha un uso problematico della rete e un 6 per cento ha una vera e propria dipendenza. In un’ottica preventiva, si ricorda che la metà degli studenti in quinta elementare ha uno smartphone di proprietà dai 9 anni. Nei servizi che si occupano di salute mentale e dipendenze si assiste sempre più di frequente a un accesso (prima ancora che da parte degli utenti stessi) da parte di persone che riferiscono la presenza in famiglia di comportamenti di abuso della rete internet e di una conseguente difficoltà di gestione, richiedendo pertanto consulenza e supporto ai professionisti sanitari. Mentre i Consultori (Familiari e Giovani) si porranno come riferimento principalmente per le attività di prevenzione (anche in ambito scolastico) e gestione delle situazioni in cui l’utilizzo disfunzionale della rete è un elemento di un disagio evolutivo adolescenziale, il SerD si occuperà dei casi di dipendenza conclamata.