ACQUANEGRA SUL CHIESE – Un anno e mezzo di forzata chiusura del ponte sul fiume Oglio e ancora non arrivano soluzioni al forte disagio lamentato dai cittadini. Sono due le località i cui residenti non possono più interfacciarsi essendo obbligatoriamente sottoposti a lunghe deviazioni.
Acquanegra e Calvatone prima distanti una manciata di chilometri ora sono diventate più lontane costringendo la gente spesso a rinunciare a frequentare quegli esercizi pubblici dell’uno e dell’altro paese dove erano abituati a recarsi per fare la spesa. E nel frattempo Calvatone continua ad esporre, in fregio alla statale 10 Bozzolo-Piadena, un striscione di tela bianca con la scritta “Ridateci il Ponte” il cui risultato è come quello di colui che urla al vento un’inutile supplica. A dire il vero una novità era emersa nelle scorse settimane e riguardava la notizia che i fondi per procedere alla costruzione di un nuovo ponte c’erano. Un’affermazione di notevole importanza considerando che il problema delle infrastrutture molto spesso riguarda l’assenza delle risorse.
Se in passato la competenza e la gestione del ponte tra Calvatone e Acquanegra spettava per metà a ciascuna delle due Province recentemente Mantova avrebbe lasciato l’intera struttura in mano a Cremona girandole contemporaneamente una cifra di 800mila euro. Somma identica messa a disposizione da Cremona. A cui si aggiungerebbe il contributo della Regione ammontante a 750mila euro.
Considerando che il preventivo di spesa per il ponte chiuso da un anno e mezzo arriva ai 2 milioni e 350mila euro ecco che la questione potrebbe considerarsi risolta. Sopratutto considerando che i fondi sono già a disposizione. Perché allora non si parte con i lavori e ai cittadini non viene più detto nulla? Ci sarà da stendere i bandi di partecipazione e assegnazione con le relative lungaggini burocratiche e i vari regolamenti da rispettare. Forse è soltanto questo l’ultimo tassello che manca alla definitiva soluzione del problema.