ALTO MANTOVANO – Legambiente di Brescia, Italia Nostra di Brescia e il Comitato Promotore Parco Colline Moreniche del Garda, che ha sede a Monzambano, sollevano perplessità e critiche al progetto della nuova ciclovia del Garda.
“La nuova ciclovia del Garda – fanno sapere le associazioni in una nota – progettata da Regione Lombardia relativamente ai due lotti che da Sirmione conducono a Toscolano Maderno, presenta palesi punti molto discutibili dal punto di vista fruitivo e paesaggistico che la rendono opera del tutto incongruente e insostenibile.
“Relativamente al tratto da Salò a Maderno si tratta infatti di una ciclovia ma, dati gli spazi angusti in cui si inserisce, di “una mera” ciclopedonale. Ciò compromette dalle radici le possibilità di fruizione dell’opera e conseguentemente il suo senso quale strumento utile a promuovere in modo efficace la mobilità dolce mediante bicicletta. Tale circostanza ne impedirà di fatto l’utilizzo da parte dei ciclisti ‘sportivi’, dei ciclo-turisti europei e ne inibirà grandemente l’impiego anche per i ciclisti di prossimità.
“Analizzando il percorso proposto – proseguono le tre associazioni – si presentano criticità legate alla viabilità: gran parte si dipana sulla statale, sui marciapiedi ad essa contigui e sull’esistente passeggiata che va da Gardone verso Fasano con almeno sette attraversamenti della statale coi pericoli e gli intralci al traffico già congestionati della 45 bis.
Nell’ultimo tratto nel comune di Gardone, all’altezza del Lido di Fasano, il tracciato prosegue su una passerella in parte esistente, che necessita di essere allargata di 180 cm e, in parte, da realizzare ex novo con una larghezza di 350 cm. Tra l’altro il percorso passando in alcuni casi davanti ad alberghi storici come Villa Paradiso che vedrà la ciclabile appoggiata al proprio molo.
“Quanto sopra già scritto per le nuove passerelle sul lago – sottolineano le tre associazioni – vale anche per quella in progetto a Maderno: tutte rappresentano un gravissimo danno paesaggistico e naturalistico. Negli anni la riva naturale del Lago, dove si riproducevano aole e molluschi, dove crescevano alghe che contribuivano alla depurazione e tutto ciò che prima era parte integrante della biodiversità, sono state di volta in volta trasformate in rive artificiali, prima per creare spazi per la statale, poi per le passeggiate a lago, ora con la pista ciclabile ci spostiamo ulteriormente verso il centro del Lago.
“C’è da chiedersi inoltre – concludono i tre gruppi ambientalisti – quale destinazione avrà l’attuale ciclabile provinciale che unisce Salò a Desenzano la quale scorre, in Valtenesi, quasi parallela al progetto della ciclovia regionale, realizzata dalla Provincia di Brescia nei primi anni 2000. Si tratterebbe di un ulteriore ed inaccettabile consumo di suolo nonché di spreco di denaro pubblico”.