MANTOVA – Mercoledì 29 novembre scorso è stata inaugurata nella sede di Mantova dell’Ats della Val Padana la “Panchina Rossa”, simbolo della lotta contro la violenza sulle donne. L’iniziativa, promossa da Ats e dagli Stati Generali delle Donne – associazione senza scopo di lucro che ha come finalità la valorizzazione delle pari opportunità e il contrasto a discriminazioni e stereotipi di genere – in collaborazione con il Comune di Mantova, si inserisce nell’ambito della lettera sottoscritta nei mesi scorsi da Ats con gli stessi Stati Generali che hanno ideato il progetto Panchine Rosse e ne hanno depositato il marchio. Alla cerimonia erano presenti il Direttore Generale di ATS Salvatore Mannino – accompagnato dal Direttore Sociosanitario Carolina Maffezzoni e dal Direttore Sanitario Silvana Cirincione – il Prefetto di Mantova Gerlando Iorio, il Questore Giannina Roatta, il Comandante Provinciale dei Carabinieri Vincenzo Di Stefano, il Comandante Provinciale della Guardia di Finanza Antonello Cefalo, l’Assessore Politiche e Servizi per la Famiglia e Genitorialità, Infanzia e Adolescenza, Attività Educative e Ricreative per Minori, Pari Opportunità del Comune di Mantova Chiara Sortino, il Consigliere Regionale Marco Carra, Stefano Pellizzardi Direttore della Struttura Coordinamento Attività Consultoriale su delega del Direttore Generale di Asst Mantova e la professoressa Antonella Ferrari in rappresentanza dell’Ufficio Scolastico Territoriale di Mantova. Il Direttore Generale di Ats ha aperto l’incontro offrendo come primo spunto di riflessione un brano del rapper italiano Emis Killa – il cui testo racconta di un femminicidio per un “no” ricevuto – sottolineando, da una parte l’importanza di un’azione su adolescenti e giovani per far crescere una cultura del rispetto e del contrasto alla violenza di genere, dall’altra la difficoltà per le istituzioni preposte in un contesto nel quale figure di riferimento per i giovani (con centinaia di migliaia di follower) lanciano messaggi che sembrano sdoganare la normalità di una reazione violenta di fronte al rifiuto di una donna. “È essenziale che tutti siano consapevoli della propria responsabilità nell’educare le nuove generazioni anche nei contesti scolastici e sportivi – commenta il Direttore Generale -, così come nel supportare le situazioni di criticità familiare, dal momento che gran parte degli atti di violenza avvengono tra le mura domestiche; per quanto riguarda l’Ats, l’iniziativa della Panchina Rossa si aggiunge alle attività promosse nell’ambito delle Reti territoriali antiviolenza e nei Tavoli di contrasto alla violenza di genere. Gli obiettivi sono molteplici, dalla sensibilizzazione alle politiche di contrasto alle disuguaglianze, promuovendo la parità di genere, aumentando e sostenendo la presenza femminile in tutti i settori e abbattendo gli stereotipi, creando nuove condizioni per attivare sul territorio strutture di accoglienza per donne e bambini, centri antiviolenza e case rifugio in collaborazione con le associazioni, e sostenendo tutte quelle progettualità in grado di migliorare il benessere delle donne a 360 gradi. L’installazione presso la nostra sede serve per ricordare a tutti la necessità di un impegno quotidiano per combattere questa piaga, a partire dalla nostra Agenzia”. “Il Piano quadriennale regionale per le politiche di parità e di prevenzione e contrasto alla violenza contro le donne 2020-2023 prevede un sistema di azioni integrate volte a prevenire e a contrastare il fenomeno della violenza contro le donne in tutte le sue forme, sia domestica che sul luogo di lavoro – spiega Liliana Bissa, Psicologa Dirigente della Struttura Innovazione e Progettualità per la Famiglia di Ats -. Il Piano mira, inoltre, ad affermare una cultura delle pari opportunità fondata sul riconoscimento e sulla tutela dei diritti fondamentali in ogni contesto della vita economica, sociale e familiare. In questo quadro, si inserisce l’attività di governance di Ats Val Padana nelle reti territoriali che comprendono centri antiviolenza, case rifugio, pronto soccorso, consultori familiari, forze dell’ordine, magistratura, servizi sociali, terzo settore. L’Ats coadiuva l’attività delle reti in linea con le azioni programmatiche di Regione, a livello locale e provinciale, offrendo anche supporto e collaborazione per l’accesso alle risorse regionali e per includere nuovi soggetti che, via via, si mostrano in grado di ampliare la gamma degli interventi preventivi, culturali e i percorsi di accompagnamento delle donne alla fuoriuscita dalla violenza. L’Ats sostiene le progettualità delle Reti Antiviolenza e dei Tavoli tecnici organizzati dagli Enti capofila, volti alla presa in carico integrata multiprofessionale della donna; in co-progettazione con le Reti, realizza eventi formativi di tipo multidisciplinare allo scopo di incrementare la conoscenza del fenomeno, divulgare modelli innovativi di intervento, consolidare le competenze specifiche degli operatori e favorire la condivisione di buone prassi; infine, concorre con i soggetti aderenti alla Rete, all’attivazione di strategie efficaci per la prevenzione del fenomeno nei diversi contesti di vita.”