MILANO – “Un ‘progetto chiave’, molto importante. Direi fondamentale. L’approccio multidisciplinare, con il coinvolgimento di specialisti di diversi settori, anche della ricerca di base, capace di mettere in rete gli ospedali, può permettere di accrescere le conoscenze. Tutte sinergie che potranno migliorare la cura dei pazienti”. Lo afferma – in un’intervista a Lombardia Notizie Online – il professor Alessandro Zerbi, responsabile della Chirurgia pancreatica dell’Irccs Humanitas e docente della Humanitas University, evidenziando l’importanza della nascita della ‘Pancreas Unit‘, la rete oncologica creata da Regione Lombardia per contrastare il tumore al pancreas, in vista della convocazione del Tavolo tecnico per la prossima settimana.
Il professor Zerbi, che nel 2017 ha operato anche Gianluca Vialli, ritiene infatti “fondamentale concentrare i casi in ospedali che abbiano l’adeguata esperienza per potere curare al meglio le persone colpite da questo particolare tumore”.
Anche il presidente dell’Associazione Codice Viola, Pietro Rivizzigno, plaude alla creazione delle ‘Pancreas Unit’ in Lombardia.
“La delibera della Regione Lombardia – ha detto – è un evento storico nella sanità italiana perché è il primo caso di un’unità multidisciplinare e complessa sul territorio che affronta la cura della patologia con un approccio innovativo ‘hub&spoke’ che prevede centri specializzati, gli hub, che lavorano in rete con centri periferici, gli spoke, sparsi sul territorio. All’interno di queste ‘Pancreas Unit’, proprio in Regione Lombardia, stiamo sviluppando il documento sui ‘Percorsi Diagnostici Terapeutici Assistenziali’ (PDTA) all’interno del quale abbiamo già definito la parte genetica attraverso il test della mutazione BRCA”.
Le Pancreas Unit sono le prime a essere nate come iniziativa strettamente italiana. Le Breast Unit arrivano da un’iniziativa europee.
Da qui, dunque, un rinnovato appello all’Associazione Italiana del Farmaco (Aifa) affinché riveda la propria posizione rispetto al farmaco Olaparib.
“È stato autorizzato come terapia di mantenimento da FDA (Food and Drug Administration) ed EMA quando sia stata fatta una prima linea di protocolli chemioterapici a base di derivati del platino e quando la malattia sia stabile – ha spiegato Rivizzigno –; mentre l’AIFA ne ha deciso la non rimborsabilità mettendo il farmaco in fascia C ingenerando grande sconforto nei pazienti. Il farmaco è prescrivibile, ma il paziente deve sostenerne il costo che è di circa 4.000 euro al mese. È una grande contraddizione e quindi chiediamo un confronto ad Aifa per poter usare questo farmaco all’interno di un percorso di cura”.
Codice Viola nasce per dare supporto ai pazienti e ai familiari che hanno avuto diagnosi di tumore al pancreas. “È uno tsunami che si abbatte improvvisamente – ha proseguito il presidente Ravizzigno –. Per questo è importante fare di tutto per curarlo al meglio e ove possibile fare della prevenzione. E questo è l’obiettivo dell’Associazione che presiedo”.