MILANO – Gli europei sono pronti a fornire “garanzie di sicurezza” all’Ucraina. E lo confermeranno questa mattina in occasione del vertice dei cosiddetti ‘Paesi volenterosi’ che si terrà a Parigi, alla presenza del presidente ucraino Volodomyr Zelensky che già da ieri sera si trova nella capitale francese per una cena con il presidente Emmanuel Macron. Lo stesso Macron ha garantito che la “coalizione è pronta a fornire garanzie per la sicurezza”, dopo il raggiungimento della pace.
Il vertice, presieduto da Macron e dal premier britannico Keir Starmer, è in programma alle 10.30: la premier italiana Giorgia Meloni e altri capi di Stato e di governo (tra cui li cancelliere tedesco Friedrich Merz) parteciperanno in videocollegamento. Zelensky incontrerà anche la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e il segretario generale della Nato Mark Rutte. Dopo il summit, ha annunciato l’Eliseo, i partecipanti alla riunione avranno anche un confronto con il presidente americano Donald Trump. Fonti dell’amministrazione americana hanno confermato che il tycoon dovrebbe parlare direttamente con Zelensky. Con il presidente Usa “speriamo di discutere di nuove sanzioni” alla Russia, ha detto il leader ucraino, proprio nel giorno in cui Vladimir Putin lo ha invitato a Mosca. Una proposta che Kiev ha immediatamente bollato come “inaccettabile”, dato che “almeno sette Paesi sono pronti a ospitare un incontro tra i leader di Ucraina e Russia per porre fine alla guerra: Austria, Santa Sede, Svizzera, Turchia e tre Stati del Golfo. Si tratta di proposte serie e il presidente Zelensky è pronto a un incontro del genere in qualsiasi momento.”
L‘obiettivo della riunione dei volenterosi, ha fatto sapere la presidenza francese nei giorni scorsi, è “adottare misure per garantire che l’Ucraina abbia le necessarie garanzie di sicurezza a lungo termine”, basandosi su tre linee: rafforzamento dell’esercito ucraino; il sostegno “anche attraverso lo schieramento in Ucraina” di una forza militare; il coinvolgimento degli Stati Uniti con funzione di backstop. Su queste basi il vertice, come richiesto da Zelensky, si svolge una volta “completato il lavoro tecnico svolto dai Capi di Stato Maggiore e dai Ministri della Difesa”. Ora gli europei sono “pronti” a “fornire garanzie di sicurezza all’Ucraina e agli ucraini, il giorno della firma di un accordo di pace”, dopo un lungo processo preparatorio “completato”, ha comunicato Macron ricevendo Zelensky all’Eliseo. “L’Europa è presente, per la prima volta con questo livello di impegno e intensità”, ha detto ricordando che la questione ora “è valutare la sincerità della Russia e i suoi successivi impegni quando ha proposto la pace agli Stati Uniti d’America”.
Kiev spera di ottenere il dispiegamento di un contingente militare europeo per dissuadere Mosca da ulteriori attacchi, o garanzie in stile Nato se la sua adesione all’alleanza venisse esclusa. Ma su un possibile intervento di una forza militare sul campo, una volta raggiunto un eventuale cessate il fuoco, come auspicato da Parigi e Londra, non tutti i ‘volenterosi’ sono d’accordo. Il cancelliere tedesco Merz ha preso le distanza dalla “fuga in avanti” di von der Leyen sull’invio di truppe, e la stessa Meloni ha più volte ribadito che non è “prevista alcuna partecipazione italiana a un’eventuale forza multinazionale da impegnare in territorio ucraino”.
Il piano generale, che include il continuo supporto materiale e finanziario all’esercito ucraino e il dispiegamento di truppe terrestri europee per scoraggiare la Russia, rimane subordinato alla sospensione dei combattimenti sul campo e alle garanzie che gli Stati Uniti forniranno agli europei alcune risorse militari essenziali. Questo “sostegno” americano potrebbe assumere varie forme – intelligence, supporto logistico, comunicazioni – con il presidente degli Stati Uniti che ha escluso l’invio di truppe terrestri americane. La Russia ha ribadito che non accetterà alcun “intervento straniero di alcun tipo”, con la sua portavoce per la politica estera, Maria Zakharova, che ha descritto le protezioni richieste da Kiev come “garanzie di pericolo per il continente europeo”.
Dal canto suo ieri il presidente russo Vladimir Putin ha assicurato di essere pronto a raggiungere i suoi obiettivi in Ucraina “militarmente” se i colloqui di pace falliranno, creando disappunto da Washington. “Non sono contento”, ha ribadito il presidente americano sottolineando che la guerra in Ucraina “deve essere risolta in un modo o nell’altro”. Putin “sa come la penso – ha ricordato – Prenderà una decisione in un modo o in un altro. Qualunque sarà la sua decisione, ne saremo contenti o scontenti e se saremo scontenti vedrete accadere delle cose”. Di certo, “parlerò con lui nei prossimi giorni”, ha annunciato. Su possibile nuove sanzioni a Mosca, così come richiesto da Kiev, il presidente americano ha preso tempo, rilanciando le “sanzioni secondarie” contro l’India, accusata di acquistare petrolio russo.