ALTO MANTOVANO – Alto Mantovano Sembra concretizzarsi sempre di più l’idea di uno stop all’attuale progetto di depurazione dei comuni gardesani, che prevede la realizzazione di due depuratori sul fiume Chiese a Gavardo e Montichiari. A darne notizia è la consigliera regionale desenzanese Paola Pollini (M5S).
«Dopo l’incontro con il prefetto di Brescia Andrea Polichetti, che ringrazio – afferma Pollini -, possiamo affermare che tutto il lavoro svolto da Acque Bresciane e dalle Università, in particolare quella di Brescia, siano stato solo tempo e denaro buttati. Con la presa di posizione del nuovo prefetto, che ha confermato l’esigenza di rivedere il progetto, comincia una nuova fase. Restano gli interrogativi. Primo fra tutti, quale iter dovrà seguire ora il progetto? Appurato infatti che la soluzione non sarà più quella a due depuratori ma, molto probabilmente, uno solo, come ci si comporta con le società che a marzo hanno firmato un disciplinare di incarico per la progettazione definitiva e studio di valutazione di impatto ambientale da 3,2 milioni di euro, e che entro il 21 dicembre avrebbero dovuto consegnare gli elaborati? Al momento non è dato sapere. Non posso però esimermi dal ricordare che, se il Consiglio Regionale avesse votato e approvato la mia mozione 18 mesi fa, molto probabilmente avremmo evitato di assegnare un bando di gara da cestinare.
«Altro dubbio – prosegue Pollini – riguarda le ragioni di questo passo indietro. Ufficialmente si parla della nuova direttiva europea sugli scarichi civili, che impone nuovi e più rigidi vincoli. Tra i nuovi requisiti non vi è solo l’autosufficienza energetica, ma anche l’applicazione di tecnologie per il recupero di fosforo, azoto e microinquinanti, la necessità di prevedere piani integrati di gestione delle acque reflue e via dicendo. Possibile che la ragione reale possa essere l’insostenibilità finanziaria dell’intera opera? L’idea di scaricare nel Chiese le fogne del Garda crollerebbe così sotto il peso del suo principale punto di forza: la sua presunta sostenibilità economica».