ROMA – A scrutini ancora in corso, Donald Trump si avvicina a diventare il 47esimo presidente degli Stati Uniti. Intorno alle 2 americane Fox News conferma la sua vittoria dopo aver conquistato almeno 3 dei cosiddetti ‘swing-states’ contro la democratica Kamala Harris. Lo stesso Trump ha rivendicato la sua “vittoria politica mai vista prima nel nostro Paese”, senza attendere lo spoglio finale. Parlando davanti ai suoi sostenitori riuniti al Convention center di Palm Beach, in Florida, il tycoon ha promesso di “guarire” l’America: “Abbiamo fatto la storia, ora è solo l’inizio”, ha dichiarato annunciando una nuova “età dell’oro” per gli Stati Uniti. Sul palco insieme alla moglie Melania ha ringraziato Elon Musk, il miliardario fondatore di Tesla, definendolo “un supergenio” e “una stella”. “Dobbiamo tutelare i geni come lui”, ha detto Trump.
L’attuale conteggio lo vede a 269 dei 270 grandi elettori di cui ha bisogno per tornare alla Casa Bianca. E’ in testa negli Stati chiave ancora da assegnare, tra cui Michigan e Wisconsin. Ha già vinto in Pennsylvania, North Carolina e Georgia. “Abbiamo ancora voti da contare e stati da assegnare. Per noi non è ancora finita. Stasera non sentirete la voce di Kamala Harris. La notte è ancora lunga”, aveva annunciato il co-presidente della campagna della candidata dem. Ma intanto il leader dei repubblicani alla Camera dei Rappresentanti Mike Johnson, si è già congratulato con il “presidente eletto” Donald Trump.
Certa è invece la vittoria dei repubblicani al Senato, e quasi certa quella alla Camera. “L’America ci ha dato qualcosa senza precedenti, abbiamo un mandato potente ed efficace e noi abbiamo ripreso il controllo del Senato”, ha aggiunto Trump.
I due candidati hanno vinto una serie di stati che erano stati loro promessi: Texas, Kentucky, West Virginia, Florida, Missouri, Oklahoma, Mississippi e Louisiana per l’ex presidente repubblicano. New York, Illinois, California, Massachusetts, Colorado e la capitale Washington per la vicepresidente democratica. Harris, sperava di diventare la prima donna eletta presidente, affrontando un avversario condannato per accuse penali, preso di mira da molteplici procedimenti giudiziari e che non ha mai ammesso la sua sconfitta nel 2020.
Il mondo intero attendeva l’esito del duello, al termine di una campagna senza precedenti segnata dalla clamorosa entrata in corsa di Kamala Harris a luglio dopo il ritiro del presidente Joe Biden, e da due attentati contro Donald Trump. Dietro questi due candidati c’erano due Americhe apparentemente inconciliabili, ciascuna convinta che l’altra fazione avrebbe portato il Paese al disastro. La vicepresidente 60enne ha dipinto la sua rivale come un potenziale dittatore “fascista” e un pericolo per i diritti delle donne. Tump ha descritto il suo avversario come un leader debole e “stupido”, negligente riguardo all’immigrazione clandestina e alla criminalità.
All’estero, Parigi è stata tra le prime capitali a reagire, con il portavoce del governo francese che ha sottolineato come ora, l’Europa deve “prendere in mano il proprio destino” in un certo numero di settori chiave, dalla difesa alla reindustrializzazione e decarbonizzazione. il presidente Emmanuel Macron si è detto “pronto a lavorare insieme” con “rispetto e ambizione”. Ma intanto, ha annunciato insieme al cancelliere tedesco Olaf Scholz uno “stretto coordinamento” Parigi-Berlino, proprio a seguito del voto Usa.
In Italia la premier Giorgia Meloni si congratula su X “a nome mio e del Governo italiano” con “il presidente eletto degli Stati Uniti: Italia e Stati Uniti sono Nazioni ‘sorelle’, legate da un’alleanza incrollabile, valori comuni e una storica amicizia. È un legame strategico, che sono certa ora rafforzeremo ancora di più. Buon lavoro Presidente“. E Matteo Salvini saluta la vittoria del tycoon Trump in un messaggio su Instagram: “Lotta all’immigrazione clandestina e taglio delle tasse, radici cristiane e ritorno alla pace, libertà di pensiero e no ai processi politici. Anche negli Usa vincono buonsenso, passione e futuro! Buon lavoro, Presidente Donald Trump“.
Da Budapest, il primo ministro ungherese Viktor Orban ha celebrato “il più grande ritorno nella storia politica degli Stati Uniti” e “una vittoria necessaria per il mondo”. Da Pechino, la portavoce del ministero degli Esteri Mao Ning, ha auspicato una “coesistenza pacifica” con Washington. Il premier israeliano, Benyamin Netanyahu, si è congratulato con Trump per “il più grande ritorno della storia”, mentre il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj ha parlato di “impressionante vittoria”