MANTOVA – Non bastava l’incertezza sul prezzo, ora sulla stagione dei pomodori si allunga anche l’ombra di un “euro-rischio”, con l’Olanda che ha chiesto di importare da paesi extra-Ue un contingente di 20mila tonnellate di concentrato di pomodoro a dazio zero. Una richiesta che per Coldiretti Mantova è “totalmente ingiustificata, dal momento che non sussistono requisiti di carenza di produzione di pomodoro da industria nell’Ue, tale da giustificare l’apertura di un contingente a dazio zero, che andrebbe a sballare completamente il mercato, lasciando aperto uno spiraglio per possibili scenari di agropirateria”.
Proprio da Mantova – una delle capitali del pomodoro, rileva la Federazione provinciale di Coldiretti, con 3.573 ettari coltivati, quasi il 51% dell’intera superficie lombarda e una produzione superiore a 3,1 milioni di quintali – si alza l’allarme di Fabio Perini, produttore di pomodoro e presidente di Coldiretti Castellucchio.
“L’Olanda vorrebbe far entrare una produzione di concentrato di pomodoro da aree extra-Ue vicina al 5% dell’intera produzione italiana di pomodori, sostenendo che la produzione Ue non sarebbe sufficiente a soddisfare la domanda – spiega Perini -. Tuttavia, per acconsentire a tale richiesta, la Commissione Ue dovrebbe ravvisare la sussistenza di due condizioni: la merce oggetto della richiesta non è prodotta nell’Unione europea in quantità sufficiente e, seconda condizione, deve essere destinata ad una ulteriore trasformazione. Ad oggi non è possibile affermare né tantomeno prevedere un calo delle produzioni o difficoltà di approvvigionamento del mercato in Italia e in Unione europea”. Anche perché già nella seconda metà di luglio, sottolinea Coldiretti Mantova, partirebbero le operazioni di raccolta in Italia, sostanzialmente in linea peraltro con le superfici del 2022.
Il contingente di concentrato di pomodoro, peraltro, sarebbe stato rifiutato dall’Australia e dagli Stati Uniti, in quanto non in linea con le norme sui diritti dei lavoratori impiegati nel corso della produzione.
Resta l’incognita contrattuale. “Ad oggi solo il Consorzio Casalasco del Pomodoro ha sottoscritto un accordo con i propri agricoltori conferenti – ricorda Perini -. È necessario raggiungere un’intesa per tutto il Nord Italia, che tenga conto degli equilibri interni della filiera e delle esigenze di tutti gli attori coinvolti nel sistema produttivo del pomodoro”.
Secondo Coldiretti Mantova, i contratti di filiera sono chiamati a garantire un prezzo equo e stabilità al mercato, tenendo conto sempre dell’equità di una remunerazione congrua, per non alimentare eventuali speculazioni in momenti di confusione, ma anzi per tutelare i produttori che rispettano l’eticità del prodotto.