MILANO – Il dossier del settore automobilistico ha aperto, ha accompagnato e, ora, chiude l’anno della Commissione europea. Un anno che ha avuto il lancio del Dialogo strategico con il comparto, che ha registrato la modifica delle norme di calcolo degli obiettivi 2025, facendo evitare le multe ai produttori, e che, oggi, vede la presentazione del pacchetto automotive che rivede i target di Co2 per auto e furgoni al 2035 – facendo cadere lo stop ai motori termici, aprendo ai biocarburanti e basandosi sul principio di neutralità tecnologica – semplifica le normative e punta a sostenere il mercato dell’elettrico. “Innovazione. Mobilità pulita. Competitività. Quest’anno, queste sono state le massime priorità nei nostri intensi dialoghi con il settore automobilistico, le organizzazioni della società civile e le parti interessate. E oggi le stiamo affrontando tutte insieme. Mentre la tecnologia trasforma rapidamente la mobilità e la geopolitica rimodella la concorrenza globale, l’Europa rimane in prima linea nella transizione pulita globale“, ha dichiarato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, commentando la presentazione del pacchetto automotive.
Soddisfazione è stata espressa dal Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, secondo cui “la proposta annunciata dalla Commissione europea è un primo passo nella giusta direzione che noi per primi abbiamo indicato. È una breccia nel muro dell’ideologia, con il riconoscimento dei principi della neutralità tecnologica e del Made in Europe, anche a tutela delle imprese della componentistica”. Per Urso non significa, però, che il lavoro sia finito. “Ora il muro va abbattuto. Lavoreremo con gli Stati membri che condividono il nostro approccio, nella certezza che occorra una revisione dei regolamenti più organica, radicale e concreta. È il momento di scelte strategiche chiare e omogenee, non di compromessi o di tatticismi”, ha aggiunto. Il ministro ha definito “apprezzabili le novità sulle piccole vetture di produzione europea e sui carburanti rinnovabili, inclusi i biocarburanti, aperture per le quali l’azione dell’Italia ha avuto un ruolo decisivo”. Ma ha anche chiesto di “estendere il principio della neutralità tecnologica anche alle flotte aziendali e realizzare una completa revisione del regolamento sui veicoli pesanti, valorizzando tutte le tecnologie”. Per Bruxelles, il Pacchetto Automotive definisce “un quadro politico ambizioso ma pragmatico per garantire la neutralità climatica e l’indipendenza strategica entro il 2050, offrendo al contempo maggiore flessibilità ai produttori”.
Nel dettaglio, la Commissione propone che, dal 2035 in poi, le case automobilistiche dovranno rispettare un obiettivo di riduzione delle emissioni allo scarico del 90%, mentre il restante 10% delle emissioni dovrà essere compensato attraverso l’utilizzo di acciaio a basse emissioni di carbonio prodotto nell’Unione, oppure da e-fuel e biocarburanti. “Ciò consentirà ai veicoli ibridi plug-in (Phev), ai veicoli con range extender, ai mild hybrid e ai veicoli con motore a combustione interna di continuare a svolgere un ruolo anche dopo il 2035, oltre ai veicoli completamente elettrici (EV) e a idrogeno”, ha sottolineato la Commissione. Ciò non significa, per Stéphane Séjourné, vicepresidente esecutivo della Commissione europea per la Prosperità e la Strategia Industriale, una retromarcia dell’Ue rispetto alle ambizioni ambientali. “L’Europa sta mettendo in discussione il suo obiettivo climatico? La risposta è no. L’Europa sta confermando il suo percorso di decarbonizzazione entro il 2035 per l’industria automobilistica. È un percorso chiaro che è stato mantenuto e recepito. Tuttavia, i metodi di calcolo stanno cambiando. Le flessibilità che stiamo introducendo non mettono in discussione questo obiettivo. Eventuali emissioni aggiuntive generate da queste flessibilità dovranno essere completamente compensate a monte. Queste flessibilità copriranno fino al 10% delle emissioni entro il 2035”, ha spiegato. Inoltre, prima del 2035, le case automobilistiche potranno beneficiare di ‘supercrediti’ per le piccole Auto elettriche a prezzi accessibili prodotte nell’Unione europea. “Ciò incentiverà la distribuzione sul mercato di un maggior numero di modelli di veicoli elettrici di piccole dimensioni”, ha aggiunto. Per l’obiettivo del 2030 per auto e furgoni, viene introdotta “ulteriore flessibilità” consentendo il ‘banking & borrowing’ per il periodo 2030-2032. E viene prevista “un’ulteriore flessibilità per il segmento dei furgoni, dove la diffusione dei veicoli elettrici è stata strutturalmente più difficile, con una riduzione dell’obiettivo di emissioni di Co2 per i furgoni entro il 2030 dal 50% al 40%”.
La proposta include una modifica mirata alle norme sulle emissioni di Co2 per i veicoli pesanti, “con una flessibilità che faciliti il rispetto degli obiettivi del 2030”. Per quanto riguarda le flotte aziendali, gli obiettivi sono stabiliti a livello di Stato membro per sostenere la diffusione di veicoli a zero e basse emissioni. In Italia, l’obiettivo per la quota combinata di veicoli aziendali a zero e basse emissioni, dal 2030, è del 40% e l’obiettivo minimo per la quota di veicoli a zero emissioni, dal 2030, è del 36%. L’obiettivo per la quota combinata di veicoli a zero e basse emissioni, dal 2035, è del 95% e l’obiettivo minimo per la quota di veicoli a zero emissioni, dal 2035, è dell’80%. (Per i furgoni, le percentuali sono, rispettivamente, del 40%, del 36%, del 95% e dell’80%). “Poiché le auto aziendali percorrono un chilometraggio annuo maggiore, ciò significa anche maggiori riduzioni delle emissioni. Inoltre, le emissioni zero o basse e la certificazione ‘Made in the EU’ diventeranno un prerequisito per i veicoli che beneficiano di sostegno finanziario pubblico”, ha sottolineato. Sul fronte della produzione di batterie c’è il programma Battery Booster che ha una disponibilità di 1,8 miliardi di euro, di cui 1,5 miliardi di euro sosterranno i produttori europei di celle per batterie attraverso prestiti senza interessi. Sulla semplificazione, il pacchetto Omnibus dell’automotive alleggerirà gli oneri amministrativi e ridurrà i costi per i produttori europei. In base alle stime, le aziende risparmieranno circa 706 milioni di euro all’anno. Inoltre, la Commissione propone di ridurre il numero di normative secondarie che saranno adottate nei prossimi anni e semplificare i test per i nuovi furgoni e camion per passeggeri. “Ciò ridurrà i costi mantenendo al contempo i più elevati standard ambientali e di sicurezza”, ha osservato Bruxelles. Infine, la Commissione evidenzia che l’introduzione dei furgoni elettrici nel trasporto nazionale è supportata da misure che li pongono sullo stesso piano dei furgoni a combustione interna per quanto riguarda i tempi di riposo dei conducenti e le relative norme e che l’Omnibus introduce anche una nuova categoria di veicoli nell’ambito dell’iniziativa ‘Small Affordable Cars’, che comprende i veicoli elettrici fino a 4,2 metri di lunghezza. Infine, la Commissione ricorda di portare avanti il lavoro di aggiornamento e armonizzazione delle norme sull’etichettatura delle auto,” affinché i clienti dispongano di informazioni complete sulle emissioni dei veicoli al momento dell’acquisto.
“Abbiamo creato le condizioni normative per rendere la produzione” di piccole auto elettriche a prezzi accessibili “più semplice, economica e competitiva in Europa. Stiamo creando una nuova sottocategoria, M1e, il veicolo elettrico europeo di piccole dimensioni”, ha puntualizzato Séjourné. “Comprenderà i veicoli di lunghezza inferiore a 4,20 metri. Per questa categoria ci impegniamo a ridurre al minimo l’introduzione di nuovi requisiti normativi per dieci anni; questi veicoli beneficeranno di un superbonus nel calcolo delle emissioni di Co2 dei costruttori se sono Made in Ue. E poi la Commissione proporrà inoltre che questi veicoli beneficino di vantaggi concreti, attraverso una raccomandazione agli Stati membri: bonus all’acquisto; programmi di rottamazione; condizioni di parcheggio favorevoli; esenzioni o riduzioni dei pedaggi e tariffe di ricarica ridotte”, ha precisato. Su tutto, varrà il principio della neutralità tecnologica, tanto caro all’Italia. “È un’ottima decisione quella di ridurre al 90% l’obiettivo generale” di taglio delle emissioni di Co2 per auto e furgoni “per il 2035: questo è un chiaro segnale che tecnologie rispetto ai veicoli elettrici a batteria potranno essere immesse sul mercato dopo il 2035. E sono molto contento di affermare che la flessibilità dopo il 2035 introduce una vera e propria neutralità tecnologica. Ciò significa la flessibilità di immettere sul mercato, ad esempio, ibride elettriche plug-in e auto con range extender, o anche auto con motore a combustione interna tradizionale”, ha affermato il commissario europeo ai Trasporti, Apostolos Tzitzikostas, in conferenza stampa a Strasburgo.

